Comune di Sarezzo

Sarezzo è un comune italiano di 13.161 abitanti (2022) della provincia di Brescia in Lombardia; fa parte della Comunità Montana di Valle Trompia.

Immagine principale

Descrizione

Le prime tracce di una presenza dell'uomo nella bassa Valtrompia sono venute alla luce in una grotta che si trova sopra la più antica strada di valle, tra Ponte Zanano e Noboli, sulla destra del fiume Mella. Qui nel 1935 vennero trovate sei punte di lancia (selce scheggiata) e un raschiatoio che i paleontologi fanno risalire al periodo neolitico.

Nell'antico dialetto locale, specie nei toponimi, sono riscontrabili le testimonianze di una presenza celtica sul territorio. Dopo la conquista romana, in prossimità dei più remoti villaggi di Noboli e Zanano, si sviluppò il centro abitato di Sarezzo collocato in una posizione più aperta all'imbocco della valle di Lumezzane. L'importanza del territorio in epoca romana può essere documentata dai numerosi reperti epigrafici qui rinvenuti.

A Sarezzo una lapide sepolcrale che, fino al 1826, era collocata sulla parete della chiesa parrocchiale prospiciente l'antico cimitero, reca scolpiti i nomi di due coniugi di libera condizione. A Noboli sono venute alla luce iscrizioni votive a Brassenno, probabile divinità di origine celtica. Ma le lapidi più significative sono state rinvenute nei pressi di Zanano, quasi a sottolineare l'importanza di questo centro in epoca romana. Si tratta di quattro lapidi, due delle quali le possiamo vedere collocate ai lati dell'ingresso carraio di palazzo Avogadro nella piazzetta del paese. Degna di nota è quella di destra perchè reca il riferimento ai Gennanates, il nome che designava gli abitanti della zona, ma che deriva forse dall'antichissimo toponimo dialettale "Zenà". Una struttura sempre risalente al periodo romano (o precedente?) è il ponte a tre arcate che collega Sarezzo a Noboli, sovente distrutto dalle piene del Mella, ma sempre ricostruito.

A rimarcare gli stretti rapporti che 2.000 anni fa intercorrevano tra la bassa Valtrompia e Brescia rimangono le tracce di un acquedotto costruito al tempo degli imperatori Augusto e Tiberio, individuate in più di un'occasione durante lavori di scavo in via Antonini. Si fa risalire al periodo longobardo la necropoli scoperta a nord di Sarezzo nel corso degli scavi effettuati per la costruzione del Centro Scolastico Polivalente nel 1982.

Dal VII secolo un influsso determinante ebbero i monasteri benedettini di Brescia che, insieme al vescovo, contavano qui estesi possedimenti. Al monastero femminile di San Salvatore/Santa Giulia appartenne probabilmente il territorio che da Zanano si stende verso Gardone e lungo la valle di Gombio, una vasta corte monastica denominata Grignano (o Griliano). Sempre al monastero di San Salvatore, o secondo alcuni storici al monastero di Santa Eufemia, è attribuita la diffusione del culto dei santi Emiliano e Tirso e la costruzione del santuario a loro dedicato sul monte sopra Sarezzo.

Con il venire meno della influenza dei grandi monasteri, si afferma la presenza dell'istituzione comunale e della famiglia feudale degli Avogadro. Nel 1232 sono citati i "Consoli di Sarezzo" che, insieme a quelli di Brescia, definiscono i confini del comune sul monte Palosso. Dal secolo XIII la storia di Zanano è strettamente intrecciata alle vicende di una nobile famiglia Avogadro di Brescia che, verso l'anno 1250, ricevette l'investitura del feudo del territorio da Zanano a Polaveno dal vescovo di Brescia. Gli Avogadro stabilirono la loro dimora al centro del paese di Zanano nell'edificio con annessa la cappella di San Martino, costruiti probabilmente dal monastero di San Salvatore. è molto probabile che al tempo dell'imperatore romano Augusto, quando venne costruito l'acquedotto, sia sorto al ponte di Zanano un posto di guardia fortificato, denominato "Testaforte", per contrastare le frequenti incursioni provenienti dall'alta valle e dalle valli contigue.

Agli Avogadro è attribuita la ricostruzione del castello di Testaforte sorto a presidio della valle in un punto strategico, tra Zanano e Gardone, all'imbocco della valle di Gombio, da cui potevano provenire le incursioni dei Ghibellini camuni contro i Guelfi valtrumplini. Poco discosto dal castello sorgeva il più importante forno fusorio del territorio comunale al quale affluiva il minerale ferroso estratto dalle miniere dell'alta Valtrompia. Non è infondata l'ipotesi che questo forno, all'avanguardia dal punto di vista tecnologico, sia stato visitato, intorno al 1500, dallo stesso Leonardo da Vinci.

Nel 1442 San Bernardino da Siena giunge in Valtrompia, passa da Noboli e si reca a Zanano dagli Avogadro per sottoscrivere l'atto con il quale la nobile famiglia gli fa dono del terreno presso Gardone dove i francescani costruiranno il convento di Santa Maria degli Angeli. Sempre con l'aiuto degli Avogadro, nella seconda metà del '400, sarà ricostruita la chiesetta di Noboli poi dedicata a San Bernardino. Nel 1426 la Repubblica Veneta scaccia i Visconti dal bresciano e la Valtrompia inizia il lungo periodo di sudditanza alla Serenissima, contraddistinto da periodi di tranquillità e progresso, destinato a durare fino alla fine del '700.

A partire dal XV secolo per Sarezzo inizia uno sviluppo edilizio ed economico caratterizzato dal sorgere di numerose fucine di "ferrarezze", armi e attrezzi da lavoro per conto della Repubblica veneta e di altri stati italiani. Protagonisti di questo sviluppo, oltre agli Avogadro, sono alcuni "imprenditori" nel campo della lavorazione siderurgica quali gli Odolini, i Costanzi, i Redolfi (legati ai primi da vincoli di parentela), i Bailo e i Perotti di Sarezzo.

Il '500 è anche il secolo della massima espansione delle proprietà comunali. Il '600 è il periodo di maggiore sviluppo dell'attività imprenditoriale dei Bailo e di conseguenza anche della loro ricchezza. Nel 1619 "gli uomini del comune" affidarono all'architetto Giovanni Battista Lantana (lo stesso che aveva progettato il duomo nuovo di Brescia) di predisporre il disegno della nuova chiesa parrocchiale. L'opera, più volte rinviata per le difficoltà economiche, venne avviata dopo la peste del 1630 ed ultimata nel 1652. Per iniziativa della confraternita di San Nicola da Tolentino, nel 1625, fu edificato l'oratorio dedicato al santo che tanta parte ebbe nella vita religiosa e civile della comunità.

La crisi della decrepita Repubblica di Venezia cominciò a ripercuotersi intorno alla metà del 1700 anche in Valtrompia. Le gravose imposizioni fiscali e le sventure ricorrenti dissestarono le finanze del comune e delle famiglie. Alla fine del secolo il crollo della Serenissima vide la proclamazione del Governo Provvisorio di Brescia e l'occupazione del territorio da parte dell'esercito francese. Vennero immediatamente abrogati gli antichi ordinamenti comunali, mentre le condizioni economiche della popolazione peggioravano di giorno in giorno.

Con la disfatta Napoleonica, la Valtrompia è teatro di frequenti scontri armati fra truppe francesi ed austriache. Memorabile è la battaglia del 14 febbraio 1814, detta dei santi Faustino e Giovita, avvenuta in località Codeöle fra Zanano e Ponte Zanano, culminata con la sconfitta dei francesi. Tornata padrona del bresciano, l'Austria realizzò alcune indispensabili riforme riguardanti l'amministrazione, la viabilità, l'ordinamento sanitario e scolastico. Nella primavera del 1848 la popolazione prese parte attiva alla cacciata degli austriaci. Alla fine di aprile nella piazza di Sarezzo fu solennemente benedetto il tricolore al suono della fanfara appositamente giunta da Gardone.

Indimenticabile fu la disastrosa alluvione del 14 agosto 1850: il fiume Mella e i torrenti gonfi di pioggia provocarono danni ingenti in tutto il comune con la distruzione delle strade e il crollo di numerose abitazioni nella piazza, compresa l'antica casa del comune. Sarezzo ha voluto perpetuare la memoria dell'avvenimento intitolando "via 1850" la strada percorsa dal torrente Redocla. L'amministrazione comunale si vide costretta ad alienare quanto ancora restava dei beni patrimoniali per l'opera di ricostruzione. Il processo di industrializzazione, avviato nella seconda metà del 1800, interessa in modo particolare i vicini comuni di Villa Carcina, Lumezzane e Gardone, ma coinvolge anche Sarezzo che vede sorgere alcune attività artigianali e industriali, accompagnate da una significativa crescita demografica.

L'espansione economica e sociale venne ulteriormente sostenuta dalla realizzazione, nel 1882, della tramvia Brescia-Gardone.

Luglio 1914: inizia la Prima guerra mondiale. L'Italia entra in guerra contro l'Austria nel maggio 1915, è un'immane tragedia che causa morte, distruzione e misera. Trentatré giovani saretini morirono al fronte e in conseguenza dei patimenti.

Le tensioni sociali di inizio '900 sfocieranno in un grave fatto di sangue che accadde sulla piazza di Sarezzo il 27 giugno 1920. Nel corso di una manifestazione organizzata dai cattolici erano presenti numerosi socialisti e alcuni anarchici. In un clima carico di tensione un carabiniere venne colpito a morte. Le forze dell'ordine presenti spararono sulla folla e quattro socialisti furono uccisi.

Nel 1928, in pieno regime fascista, il podestà Giacomo Prunali progetta e delibera la costruzione della nuova casa del comune in piazza Cesare Battisti.

Nel corso della Seconda guerra mondiale, Sarezzo, pur risparmiato dalle devastanti incursioni aeree, pagò un pesante tributo di dolore e di sangue. Ai dispersi ed ai caduti sui vari fronti di guerra, vanno aggiunti i tre giovani uccisi nei mesi della Resistenza (Giacomo Bonassi, Luigi Gatta, Ivano Piotti) e i numerosi antifascisti costretti a fuggire all'estero o deportati nei campi di concentramento nazisti, cinque dei quali non fecero più ritorno (Pietro Pozzi, Rodolfo Pozzi, Mario Pozzi, Spartaco Belleri, Giulio Bonometti). Il 19 aprile 1945 sul monte Sonclino, tra Sarezzo e Lumezzane, avvenne un ultimo scontro fra gruppi partigiani e nazifascisti che si concluse con la cattura di 17 partigiani, in seguito barbaramente uccisi. Nei giorni seguenti i tedeschi, prima di fuggire, minacciarono di far esplodere le gallerie di Noboli stipate di dinamite. L'intervento delle autorità religiose e civili li fece desistere da tale proposito che, se attuato, avrebbe distrutto le varie frazioni del comune. Il 26 aprile la popolazione salutò esultante il crollo del regime fascista e la fine della guerra.

Per Sarezzo iniziava un periodo ancora difficile, ma carico di speranza per un futuro di progresso nella libertà.

Modalità di accesso:

Accessibile a tutti.

Indirizzo

Contatti

Pagina aggiornata il 23/01/2025