Venerdì 22 settembre alle ore 18 a Palazzo Avogadro in via Gremone 2, ci sarà l'inaugurazione della mostra d'arte contemporanea Arte in Valle Trompia oggi.
Orari d'apertura della mostra:
Sabato e domenica 10:00 - 12:00 | 15:30 - 19:00
Da martedì a venerdì 15:30 - 19:00
Lunedì chiuso
Arte contemporanea in Valtrompia
di Alberto Zaina
È praticamente impossibile fare una sintesi di una collettiva che non ha tema, ma che vuole gettare uno sprazzo di luce sull’attività di alcuni degli artisti valtrumplini, di nascita o di "elezione", di cui si presentano alcune opere significative dell'attività di ciascuno.
Lo scopo è di offrire un contributo per una maggiore conoscenza della cosiddetta "arte locale", legata sì ad una dimensione territoriale, ma che dimostra la volontà e la capacità degli artisti di collegarsi al più vasto discorso della storia artistica non solo dell'intero territorio bresciano, ma di inserirsi in un discorso assai più vasto, che oltrepassa gli stretti confini provinciali e anche, talvolta, nazionali. È un contributo che si inserisce nella vasta "movimentazione" operata per le iniziative culturali di "BresciaBergamo capitale della cultura 2023" dove la Valle, più legata per motivi geografici e storici al capoluogo, dimostra ancor oggi di saper dare il contributo degli artisti non solo con il lascito "storico" dell'arte dei secoli passati, ma anche con gli "aggiornamenti"sulle novità dell’arte contemporanea.
Gli artisti che, poco più o poco meno, operano da mezzo secolo e al di là delle differenti vie espressive, rivelano una quasi totale adesione a una visione artistica che, oltre a sentire gli umori del "contemporaneo", si affida alla fedeltà dei valori pittorici che potremmo chiamare "autoctoni", come una “reiterata” fedeltà alla “figurazione” la quale si esprime con la forza del disegno, che trova forse nella tradizione incisoria degli abilissimi artigiani decoratori dell’industria armiera i lontani precedenti. Ne viene che il dilagare negli anni degli insegnamenti e del fare artistico in provincia dei fratelli Mozzoni, Giuseppe e Tita, lunga alla ricerca di “matasse” e improntati ad una forma di classicismo e di forti riflessi neoimpressionisti che largamente
operano in Valtrompia, vengono superati negli artisti della Valle da un sempre realismo e dalla decisiva presenza del segno.
GIOVANNI ALBERTI
Si è rivelato molto tardi, svolgendo in silenzio la sua attività realizzata per anni in operoso silenzio. È stato valorizzato solo recentissimamente con una mostra in Valtrompia, ma le sue opere con vaste composizioni, spesso di arte sacra, riecheggiano nella capacità di muovere delle figure del grande pittore veneto manierista Palma il Giovane, mentre i colori non escono dalle grigie penombre, ma si esaltano nella purezza dei cieli.
TIZIANO CALCARI
Le sue composizioni con chiari e luminescenti paesaggi si popolano di presenze femminili gentili e delicate come rustiche fate con, sullo sfondo, “sbiancati” borghi.
FRANCO COTELLI
Singolare pittore-scultore che guarda al lavoro dell’uomo, cercando di scoprire ed esaltare in ogni luogo le “forme” palesi e quelle nascoste della natura e anche degli antichi attrezzi di lavori e i residui di ceppi d’albero che vengono recuperati e che formano “sculture” naturali, come superstiti per un ammonimento “ecologico”.
MATTEO MAZZOLI
Laureato in graphic design, esegue lavori in aerosol art nei quali manifesta una vena “pop”, affermandosi in lavori eseguiti per committenti italiani e anche esteri. Si applica anche alla fotografia, dove ha ottenuto vari riconoscimenti.
LAMBERTO MELINA
Laureato in filosofia con tesi in estetica, dopo la laurea si è stabilito in Valtrompia, facendosi notare subito per la grande capacità di disegno.
Si dedica soprattutto alla figura femminile che, inizialmente esaltata da un brillante colorismo coniugato con un'indagine della psiche, ha poi quasi abbandonato per il nero dei fondi dove si esaltano figure vere, ma intrise di simboli spesso esaltati da pochi sprazzi coloristici, con trasparenze perlacee che ritroviamo anche nelle esaltanti nature morte.
WILLIAM FANTINI
Diplomato a Brera, si è dedicato all’insegnamento e alla pittura con una costruzione realistica, quasi “iperrealistica”, delle figure dei numerosi ritratti e anche di opere sacre. La qualità del segno si rivela anche nelle opere “naturalistiche”.
FAUSTO GILBERTI
È un illustratore di storie di cui egli stesso è l’autore, spesso con l’ausilio dell’animazione. Il tratto è essenziale e quasi “povero”, che esalta lo humour delle sue invenzioni.
MARIO GILBERTI
È il solo autentico "autodidatta". Viene dal lavoro in fabbrica e dall'impegno sociale e sindacale, che sono stati stimolo per la sua riflessione pittorica manifestatasi con le sue prime opere, in cui le lotte sindacali e la vita della fabbrica vengono viste attraverso una disincantata partecipazione umana, tramite raffigurazioni dove si muovono i suoi "omini" dai tratti un po' fanciulleschi. Li ritroviamo come un cliché poi in tutta la sua
produzione che, tramite un'espressività un tantino naїfeggiante sia nel dramma sociale che nelle scene religiose, guarda con partecipazione e simpatia al vivere dell'uomo.
LE ROND (Giovanni Lamberti)
È uno scultore senza dubbio “anomalo”, che costruisce uno spazio tramite elementi geometrici colorati e crea, muovendo vibranti masse della materia che si pongono nello spazio come silenziosi totem primigeni.
GIAN MARIO MAZZOLI
Artista appassionato nello scrutare i segni della storia, che richiama nelle proprie opere, soprattutto basate su una grafica precisa, assai vicina stilisticamente all’art nouveau, particolarmente adatta a sottolineare la figura femminile. Si sofferma anche sui tipi “umani” della gente operosa dei nostri borghi. Molto intensa la sua attività di illustratore, tra cui si segnala una lunga collaborazione per il Giornale di Brescia, nonché di organizzatore di mostre.
OLIVA MORONI
Dopo una lunga ricerca di “matasse” di filiformi segni cromatici che si intrecciano sulla carta a formare accattivanti figure, ha poi trasferito la sua abilità e gusto dell’effettiva composizione di tessiture in grandi composizioni di tessuti, che occhieggiano all’antica tradizione delle nostre regioni richiamando anche elementi “esotici”.
MICHELA PEDRETTI
Di professione restauratrice, si dedica alla pittura da cavalletto con felici esiti nelle forme mosse delle figure con una pennellata veloce, dove il movimento si sfrangia, senza sfaldare la “forma” ma animandola con una gestualità espressiva.
ANGELO ROSSINI
Giardini “ritratti” accostandosi alle meraviglie della natura con animo puro, tipico delle meraviglie che scoprono i bambini, con apparizioni di vaporose figure: è un approccio al fare artistico che richiama la “ingenuitas” delle opere di Klee.
LUIGI SALVETTI
Già nelle prime opere rivela una capacità grafica usando il colore per esaltare la forza del simbolo, non attraverso una realizzazione stereotipata ma con quella liberazione delle linee e della forma che consente ritmi autonomi, non dimentichi della realtà che si ispira ad un forte sentimento del religioso e del sacro (Riccardo Lonati).
WILLIAM VEZZOLI
Dopo le prime esperienze nell’arte “figurativa” del vedutismo percorre decisamente le strade dell’astrazione, con la ricostruzione di “storie personali capaci di farsi universali attraverso la forze evocatrice del colore, della materia, del gesto” (Giovanna Galli). Gesto che però non sfalda, ma “solidifica” la brillante “forma” coloristica e l’impianto costruttivo.
MASSIMO ZUPPELLI
Giunto giovane dalla Bassa e stabilitosi in Valtrompia, si distingue per il mosso e denso segno grafico che si esalta nei disegni a china e nelle incisioni e che “trova nella realtà popolare mossa e vivace, con una vena illustrativa che non scalfisce, ma esalta la capacità espressiva e la valentia dell’artefice realista” (Riccardo Lonati).