Il nostro territorio racchiude in sé diversi piccoli tesori, luoghi più conosciuti e altri meno, ma sempre tutti da scoprire.
Abbiamo pubblicato sul nostro canale YouTube la nuova rubrica "Conoscere Sarezzo", che ha lo scopo di raccontare la storia, le tradizioni e il folklore del nostro comune.
Ciascun video è dedicato a un diverso luogo del territorio. Scopri tutte le puntate!
Palazzo Avogadro a Zanano
Palazzo Avogadro è uno degli edifici medioevali più prestigiosi della Valle Trompia. Le sue origini risalgono con molta probabilità ai tempi della Roma imperiale, e la sua architettura rappresenta in modo simbolico lo stratificarsi di epoche storiche diverse, dal periodo romano a quello basso-medioevale, dall'età gotica a quella barocca.
Sorge nel centro di Zanano, a Sarezzo, ed è visitabile in occasione dei numerosi eventi culturali che vengono organizzati dal Comune di Sarezzo durante l'anno.
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L'antica frazione di Noboli
Noboli è la frazione più antica del nostro Comune. Era un pugno di abitazioni sorte in una zona ombrosa, coperta da fitta vegetazione, ricca di sorgenti e vicino al fiume. Sei punte di lancia trovate nel 1935 nella vicina Büsa del Töf, che si trova sopra la sorgente del Gelè, fanno ritenere che il primitivo abitato di Noboli risalga ad oltre 4.000 anni fa e sono la più antica testimonianza della civiltà della Valle Trompia.
Nel V secolo a.C. giungono i Celti. Popolo di cacciatori e pescatori, decidono di insediarsi a Noboli. Il fiume dà vita alle piccole coltivazioni che sorgono sui suoi argini e protegge il villaggio come un piccolo fossato.
Con l’arrivo dei romani, qualche secolo più tardi, la morfologia del paese e della valle in generale inizia a cambiare. A sud di Noboli viene costruito il ponte in pietra che ancora oggi collega la piccola frazione alla sponda saretina, all’altezza di via San Bernardino.
Durante il medioevo e i secoli successivi, Noboli muta ancora. Continua la coltivazione di castagne, si piantano vigneti, sorgono nuove fucine, viene costruita la chiesetta di San Bernardino.
All’alba del XIX secolo, Noboli è ormai molto simile alla piccola frazione che conosciamo oggi.
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Il Santuario di Sant'Emiliano
In questa puntata vi raccontiamo la storia di Sant’Emiliano e del Santuario, sicuramente uno dei luoghi del cuore dei saretini.
L'edificio, che dalla fine del '500 è di proprietà del Comune di Sarezzo, risale al XII secolo ed è uno degli insediamenti più vecchi e caratteristici del nostro comune.
Stando sul sagrato, a 1.102 metri di altitudine, possiamo ammirare dall'alto tutta la Valle Trompia; nei giorni più limpidi la vista si estende fino agli Appennini e al Monviso.
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El put de Zenà o Ponte Zanano
La storia di Ponte Zanano – el put de Zenà, come veniva chiamato dai nostri avi – è piuttosto recente. Qualcuno forse può raccontare ancora oggi la nascita della frazione settentrionale del Comune di Sarezzo.
In realtà, le radici del luogo affondano in tempi lontani, quando era solo un manipolo di case sparse, circondate dal bosco e dai campi.
La frazione di Ponte Zanano, intesa come luogo indipendente rispetto a Zanano e a Sarezzo, nasce solo poco più di un secolo fa. All’inizio del ‘900, infatti, il put faceva ancora parte del territorio zananese, a cui si collegava grazie a un unico ponte.
Il nome Ponte di Zanano, che in seguito verrà semplificato in Ponte Zanano, nasce proprio dall’appellativo con cui veniva chiamata la passerella che univa i due centri di case.
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Valgobbia, Crocevia e il Museo "I Magli"
Questa puntata è dedicata alla scoperta delle località Valgobbia e Crocevia di Sarezzo. La prima con un passato dedicato alla lavorazione del ferro e la seconda per l'appunto crocevia di strade e di commercio.
Tappa fondamentale del nostro viaggio è il Museo "I Magli". Tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000 il Comune di Sarezzo acquista la fucina Sanzogni e la restaura per farne quello che oggi è il Museo, per far conoscere ai saretini un tassello importante della propria storia.
Il restauro conservativo ci rende possibile immaginare come si lavorava il ferro prima della scomparsa dei lavori artigianali, cancellati dall’industrializzazione.
Insieme alle Calchere, il Museo “I Magli” rimane uno dei pochi elementi che ricordano la storia della Valgobbia e del Crocevia di Sarezzo, due quartieri che nella seconda metà del ‘900 sono stati oggetto di profonde trasformazioni.
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